Leggere il linguaggio non verbale del corpo in modo efficace è un'arte. Non per forza va considerato come qualcosa di difficile da fare, ma di sicuro bisogna farlo in modo opportuno. In caso contrario risulterà come qualcosa di inarrivabile in quanto sarà complicato, se non impossibile, notare dei risultati importanti.
Intanto premetto che a mio avviso: Leggere qualcosa in modo errato è peggio che non leggerlo per niente.
Da qui l'importanza, nella fase di decodifica e interpretazione dei segnali del corpo, di rispettare una regola importante: evitare di dare valutazioni soggettive.
Entriamo in dettaglio.
Nell'osservazione del linguaggio del corpo volta a decodificarlo per ottenere informazioni importanti, possiamo compiere uno dei più grandi errori, ossia assegnare ai segnali non verbali un significato proveniente dalle nostre idee personali, dalla nostra considerazione delle cose e dalla personale visione di fatti e situazioni.
Una lettura che si voglia considerare efficace ad estrapolare qualcosa di veritiero e perciò utile, va fatta in maniera più oggettiva possibile.
Quanto decodificato dovrà scaturire da elementi riscontrabili dall'esperienza, come nel metodo scientifico, e non da supposizioni e volatili idee di colui che interpreta.
Per evitare di sbagliare dobbiamo attenerci ad osservare e prendere in considerazione messaggi non verbali del corpo effettivamente emessi dalla persona osservata. Dobbiamo valutare qualcosa soltanto a seguito di una reale visione di segnali e non in base a cosa crediamo circa la persona, l'ambiente o altro. Filtrare tutto il resto.
A seguito dovremo considerare la traduzione di tali segnali in base al metodo oggettivo di decodifica. Anche qui dunque, senza valutarli a seconda di ciò che “noi” pensiamo. Quindi legare a ciascun segnale corporeo un significato seguendo il metodo appropriato (per imparare un ottimo metodo clicca su questo link: corso linguaggio non verbale del corpo). Va fatto come fossimo senza idee personali, oggettivamente.
Certo, poi dovremo cercare di associare tale lettura a parole, concetti, azioni, ecc. Ma non valutando le nostre convinzioni, le nostre esperienze soggettive di vita, le nostre credenze circa l'ambito analizzato. Dovremo farlo procedendo seguendo il metodo di lettura non verbale. Eviteremo così di proiettare ciò che è dentro di noi e non sempre necessariamente ciò che è veritiero e giusto.
Troppo spesso noto in chi si diletta in tale arte, che vengono estrapolati elementi di dubbia veridicità. Spesso si giudica una persona in base alla simpatia che ci crea, sbagliato! Altrettanto spesso di offre una valutazione della situazione inserendo dei presupposti non verificati.
Per fare un esempio: un amico interpretava il leccarsi le labbra di una donna di fronte ad un uomo come interesse nei confronti del tizio, in quanto a suo dire lei aveva bisogno di una relazione.
Ad una analisi più corretta ho mostrato che durante tale atto gli occhi di lei erano abbassati e non a guardare l'uomo, cosa che va intesa come “gradimento generico” e non per forza rivolto a lui come potenziale partner.
Classico esempio, questo, di interpretazione del linguaggio del corpo fatto tenendo troppo conto delle proprie idee soggettive e tenendo troppo poco conto dell'osservazione opportuna del caso in atto.
Molto gratificante è il sentirsi onniscienti e saggi, ma in questo settore è davvero basilare non inserire aspetti personali nel decodificare i messaggi del corpo, pena la forte potenzialità di sbagliare. La vera saggezza è operare nel modo corretto.
Al fine di aiutarci ad essere oggettivi possiamo utilizzare il semplice sistema di chiederci: “da cosa, esattamente, ho estrapolato l'informazione che ho interpretato dal linguaggio non verbale di tale persona?”.
Questo ci permetterà di capire se le informazioni che poi valuteremo saranno scaturite da precisi segnali non verbali fatti dal soggetto in questione, interpretati a rigor di metodo oppure se le valutazioni fatte sono frutto, e può capitare a tutti di sbagliare, di idee personali o interpretazioni poco attinenti con la realtà dei fatti.
Siamo umani e per questo tendiamo a mettere qualcosa di nostro in ogni cosa, spesso alterandola senza volerlo. Torniamo invece alla realtà degli elementi concreti e, casomai, soltanto alla fine valutiamo espressioni non verbali, parole e situazioni, associandole in un tutt'uno con la nostra esperienza di “decodificatori di linguaggio corporeo”.
Non ho detto “associamo il tutto con ciò che vorremmo fosse ma non è” o “infine interpretiamo la mole di dettagli in base alle proprie convinzioni personali”. Però, ripeto con altre parole, è bene inserire, nel tutt'uno finale, anche elementi provenienti da esperienze personali (quelle direttamente legate all'analisi e decodifica del linguaggio del corpo).
Soltanto così potremo raggiungere un risultato finale degno dell'applicazione dell'arte della decodifica dei messaggi inconsci non verbali. Stiamo attenti quindi e in caso di necessità torniamo in carreggiata grazie alla tecnica della domanda anti-virus che ci focalizza subito su ciò che “è” evitando ciò che “mettiamo”.
Grazie a tutto questo avremo sempre informazioni e dati di alto valore pratico, verificabili, utilizzabili, veritiere e quindi, se poi utilizzate nei vari scopi, davvero efficaci.
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